SULL’AMICIZIA
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NOTE | |||||||||
Affrontare l’ultima tappa di questo breve viaggio comporta stati d’animo contrapposti: da un lato la soddisfazione di avvicinarsi alla meta, dall’altra la consapevolezza di dovere concludere questa appagante avventura, lasciando andare per la loro strada compagni di viaggio con cui stiamo vieppiù legando. E se da un lato è necessario che tutte le belle cose abbiano un termine, perchè senza chiudere un ciclo positivo non si apprezzano altre esperienze lungo il cammino della vita, dall’altro si vorrebbe sovvertire questo elementare principio, nell’incessante ricerca dell’alchimia che fa diventare e RIMANERE felici. Gli ultimi 28 chilometri della Francigena Sud sono stati caratterizzati da passo spedito e totale rilassatezza: col sole ancora alto, il vento ancora in coda e la strada finalmente divenuta diritta e affidabile, siamo arrivati ben presto in vista di Brindisi. Per il pernottamento, non avendo trovato disponibilità vicino alla stazione centrale – ubicazione necessaria per il rientro a S. Giovanni Rotondo via Foggia – abbiamo accettato la proposta del proprietario di un hotel centrale, che ci ha sistemato fuori città, presso il B&B “Il fico d’India”, sulla strada di S. Vito dei Normanni. Il concetto di “rural chic” ci è piaciuto, e così, anzichè stressarci per raggiungere la cattedrale per la timbratura delle credenziali e le foto di rito, abbiamo pensato di rilassarci un po’, rimandando tutto alla mattina dopo, prima di prendere il treno del ritorno. La sosta “fuori porta”, in un certo senso, ha anche fatto comodo, perchè ci ha consentito di trascorrere la serata nella splendida Ostuni, in compagnia di un eccellente individuo, più di un semplice amico e persona non definibile con gli aggettivi offerti dalla lingua italiana, con la quale cuore e opinioni battono, e vibrano, in assoluto unisono. L’altro giorno riflettevamo con Luca sul valore del tempo, senza dubbio il bene più prezioso della nostra esistenza. Come disse Cesare Pavese, non si ricordano i giorni, ma gli attimi. Però – aggiungerei – per costruire quegli attimi, per motivi che non so dire, nella nostra epoca è necessario investire più tempo ed energie che in passato. Dall’ arrivo a Monte S. Angelo, nella prima “tranche” della nostra Francigena Sud in Mtb, sono trascorsi due anni e mezzo, solo per poter garantire la disponibilità dei protagonisti originari. Tutto questo incrociando turni di lavoro, riposi, impegni personali e problemi dell’ultimo momento. E, già che ci siamo, ringraziamo Federica, la collega dell’ufficio turni, che è riuscita a collimare I nostri “roster” in prossimità della stagione degli incendi. L’attesa comunque ci ha premiato, perchè si è potuto aggiungere Nico e, in extremis, anche Corrado ha potuto aderire alla nostra breve avventura di viaggio. Tre giorni di pedalate, verso una meta che è intrisa di storia e spiritualità. Tre giorni – cinque tra preparazione e rientro – che hanno offerto quei famosi momenti, unici e indelebili, in quantità. Non dimentichiamo che è dal porto di Brindisi che, percorsa la Francigena Traiana, i crociati si imbarcavano per raggiungere la Terra Santa. E’ alla fontana Tancredi (Sec. XII), davanti alle quale ci siamo soffermati, che i loro cavalli venivano fatti abbeverare prima della partenza, in attesa del destino che solitamente li accomunava ai loro cavalieri. Quando siamo arrivati alle colonne romane (Sec. II), riferimento terminale della Regina Viarum, non si è potuto non pensare ai flussi di guerrieri armati, in partenza per un ideale, e pronti ad accettare il loro destino – quale che fosse – su un incerto naviglio in partenza per la Terra Santa. Ma da quel periodo tumultuoso sono anche passati otto secoli e quindi noi oggi reclamiamo il diritto di pedalere quando e quanto ci pare. Di scherzare. Di essere leggeri. Di esercitare una goliardia sfrenata. Di ridere fino al mal di pancia. E, aggiungerebbe Nico, di mangiare e bere a pranzo e cena come ipotetici, sventurati ospiti di due matrimoni nella stessa giornata. E questi attimi che si fanno ricordare – e che si ricorderanno – sono il cemento dell’amicizia. No, scusate: dell’Amicizia. Quella che non si compra con un click su Facebook, ma che sottende a valori assoluti come il rispetto, l’altruismo e la generosità. E rincresce solo che, per impegni di lavoro, non abbiano potuto partecipare altri amici, che avrebbero integrato magnificamente il nostro team di sportivi-gaudenti. Gino Casale, atleta, tecnico e artigiano straordinario non ce l’ha fatta neanche stavolta a pedalare con noi, ma si è messo a disposizione in ogni modo per supportarci, dalla realizzazione di oggetti sacri, specifici per la nostra avventura, al nostro prelievo, con biciclette, alla stazione di Foggia. Marco Troiano, altro grande amico di Roma, ha aggiornato trasvolare.it nella sezione del “diario di bordo” di questa pedalata. Anche lui è un grande sportivo, anche lui avrebbe dovuto partecipare. Ma anche lui non ha potuto, eppure si è messo a totale disposizione di noi quattro, inserendo i contenuti in tempo reale. Ecco, questa è l’Amicizia. Si dà, senza fare calcoli, tutto quello che si può dare. Compreso il bene assoluto del tempo. E non perchè esiste la certezza che il bene fatto ritorna, ma per sentirsi a posto dentro. Ci siamo confrontati oggi pomeriggio a casa di Luca, che ha stappato per noi del Primitivo di pregio incommensurabile, e abbiamo realizzato che siamo stati molto bene. E che quindi proporremo presto un’altra avventura di viaggio, vederemo dove e come. Ciao Corrado, ciao Luca, ciao Nico e ciao a Gino, Marco, Giuliano, Giusy e tutti quelli che ci hanno aiutato. Come i piloti degli anni ’20 abbiamo dimostrato che, quando il cuore batte, trasvolare – con la bici, con un aeroplano o semplicemente con la mente – si può. Anzi, per dare un significato alla nostra presenza in questa vita, si deve. |