RIPARTITI!
|
|
DATA: 17 maggio 2018 | VELOCITA’ MEDIA: 19,8 km/h |
PARTENZA: Monte S. Angelo | TEMPO DI VIAGGIO: 3h. 54′ |
ARRIVO: Barletta | METEO SUL PERCORSO: Sereno |
DISTANZA (KM): 77,3 | TEMP.(°C): 17-27 |
DISLIVELLO (MT): 262 | TEMP.(°C): 17-27 |
Note:
E’ davvero un coinvolgente deja-vu affrontare la strada che, da S. Giovanni, tra morbide curve e generosi pascoli, si inerpica per Monte S. Angelo. E’ Giuliano a essersi messo a disposizione del gruppo, caricando le quattro biciclette pronte per il viaggio sul suo furgone. Ha cancellato impegni di lavoro per poterlo fare, ed e’ felice di farlo. Manco a farlo apposta, anche lui e’ un grande sportivo e ha importanti trascorsi nelle competizioni di moto-crosso, insieme a Luca, che ovviamente adora.
Il tempo di un rapido saluto, una foto di gruppo, e Giuliano scappa via, lasciandoci soli nell’aria frizzantina del mattino a Monte, come qui tutti chiamano questo luogo straordinariamente tranquillo, che tanto sa di spiritualita’. Ho indosso il ligneo braccialetto realizzato da Gino e destinato alla benedizione, possibilmente nella cattedrale di Trani.
Negli ultimi aggiustamenti, mi rendo conto che le mie enormi borse stile “Samsonite”, non sono sufficientemente distanti dalla ruota posteriore della mia bici, strusciando con un rumore sinistro di forte attrito. Fortunatamente riusciro’ a risolvere con bottigliette di plastica e lattine, che verranno utilizzate a mo’ di distanziali.
Da Monte a Manfredonia e’ una ripida discesa in 7-8 chilometri di strada a tornanti, e un freddolino che non si riesce a contrastare per l’assenza di movimento sulle gambe.
Giunti in pianura, si affronta la litoranea/Francigena, bypassando la caotica Manfredonia. Procedendo lungo la direttrice di Sud-Est, ci troviamo in faccia un vento teso e frontale da oltre 12 nodi, che da’ la sensazione che il tracciato pianeggiante sia in realta’ una salita continua. Ma il vento, al viaggiatore, amplifica la diffusione e l’intensita’ di profumi e odori. Mentre i chilometri si dipananano, quii si attraversa un enorme campo di papaveri. Dolciastro. Piu’ avanti si scorgono squadre di extracomunitari impegnati nel raccolto di cipolle.
Acre. Traversando i villaggi, si percepisce l’odore intenso del pane appena sfornato. Fragrante. Tutto concorre al consolidamento della memoria olfattiva del viaggio appena cominciato, dell’attraversamento di questa terra antica, contadina e operosa.Dopo una sessantina di chilometri, mentre la fatica – Luca a parte – si comincia a sentire, giungiamo in prossimità di Margherita di Savoia e delle sue saline, a perdita d’occhio lungo la costa.
La tabellina di marcia e’ buona e ci permettiamo una pausa in un bar lungo la strada. Pochi minuti e, nel ripartire, scopro la mia ruota posteriore a terra.
Luca e Corrado, come si si trattasse di una cosa assolutamente trascurabile, nella loro calma assoluta che io tanto invidio, in un attimo hanno gia’ smontato la ruota, la camera d’aria e localizzato il foro. Nico brandisce un astuccio di attrezzi, proponendomi la vendita al triplo di quanto l’ha pagato. Tutto nella
norma. Non piu’ di due minuti e si riparte, ma non dura, perche’ e’ un problema anche di valvola. Stessa calma serafica, intervento di due minuti, sostituzione della camera d’aria e di nuovo in strada. Siamo ormai in vista di Barletta, in particolare del ristorante concupito da Nico, e ci fermiamo per il pranzo. Oltre 70 chilometri sono alle spalle e ci sediamo con un discreto appetito.
perchè non dici ai tuoi amici se per favore ci vengono ad aggiustare le bici rotte del Circeo ?