DA: Shangai (ZSSS) | A: Nagasaki (RJFU) |
DATA PARTENZA:13 agosto | |
ORA PARTENZA : 10:20 (02:20z) | ORA D’ARRIVO :15:37 (06:37z) |
LUNGHEZZA (NM):460 in 4h.17′ | LIVELLO DI VOLO: FL3.300 m (=10.800 ft) |
VENTO IN ROTTA: 270°/25 Kts | |
METEO LUNGO LA ROTTA:iniz. sereno, poi BKN a 3.000 ft, con CB sparsi. | |
TEMPERATURA AL DECOLLO/ATTERRAGGIO: 32°/35° C. ROUTING: G327 – A593 – LAMEN – FUE |
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NOTE:Alle ore 7.30 giungiamo in aeroporto scortati dal dott. Arduino, che ci aiuterà, oltre a mille altre cose, anche nella negoziazione delle tasse e dell’handling. E’ già noto che per il sistema cinese il nostro velivolo è, moneywise, come un DC-9/30. Tra l’altro l’aeroporto ci ha già addebitato altri 200 dollari a velivolo perché ieri siamo giunti in un orario di punta. Il nostro tentativo è sempre quello di fare considerare i due velivoli come uno solo, con conseguente abbattimento al 50% dei costi. Si accende la discussione e, grazie ad Arduino, limitiamo un poco i danni. La tesi del 50% non passa, ma riusciamo ad incontrarci a metà strada. Decolliamo, nella bruma, per Nagasaki, cominciando una SID subito interrotta dal Radar. Per quasi mezz’ora il controllore ci fa salire a Ovest dell’aeroporto, instradandoci solo quando abbiamo raggiunto la quota di 3.300 metri. Raggiungiamo finalmente la linea di costa e, poco dopo, l’aerovia A593. Ci rendiamo subito conto che oggi è una di quelle rare giornate nelle quali il vento ci spinge. La GS arriverà a toccare punte di oltre 140 nodi, mentre sorvoliamo il cosiddetto Mare Giallo, tale perché vi sfocia l’omonimo fiume. Ci avviciniamo al Giappone nel cosiddetto “Fukue Corridor”, segmento dello spazio aereo coreano gestito però dagli enti di controllo cinesi e giapponesi. Ovviamente, in prossimità di Fukue, ci aspetta minacciosa una formazionie di alti CB, attraverso la quale riusciamo in qualche modo a svicolare. Arriviamo nei pressi di Nagasaki, che è interessata da un altro cumulonembo proprio sulla traiettoria dell’avvicinamento 32. Mentre continuiamo, un elicottero si avvicina fulmineo all’Alfa-Bravo (tipo a 10 metri di distanza), cominciando a effettuare riprese fotografiche. Chiediamo un visual approach – che viene accordato – e atterriamo. Ci fanno parcheggiare a un buon chilometro di distanza dall’aerostazione e scendiamo esultanti. Alla spicciolata arrivano agenti sanitari, ufficiali doganali e svariati fotografi. Tutti sono molto cordiali. Dopo un’ora di convenevoli, ci mettiamo i bagagli in spalla e ci incamminiamo verso l’aerostazione. Sarà pure un chilometro a piedi, ma vale circa 3.000 dollari, tanto ci aveva chiesto l’agenzia di handling per venirci ad “assistere” nelle procedure di ingresso in Giappone. Italiani faida te? NO ahi, ahi ahi! Intanto, alcuni funzionari del vicino comune di Omura, interessati dalla Fondazione “Italia in Giappone”, ci indirizzano verso il nostro hotel di Nagasaki. Purtroppo la città dista oltre 40 km e una buona ora di taxi dall’aeroporto, ma stavolta il tempo vola. Giungiamo in albergo mentre la rappresentazione tutta italiana della “Madame Butterfly”, al City Hall, raccoglie 18 minuti di standing ovation dai 2.500 presenti. Viva l’Italia! Dal canto nostro, inseriti come siamo nei programmi della manifestazione “Italia in Giappone 2001”, con cui (alle ore 20.00 di oggi) non siamo ancora riusciti a parlare, non abbiamo ancora ben chiaro quello che faremo domani. Vi terremo comunque informati. |