DA: Macau (VMMC) | A: Xiamen (ZSAM) |
DATA PARTENZA:10 agosto | |
ORA PARTENZA : 14:01 (06:01z) | ORA D’ARRIVO :17:23 (09:23z) |
LUNGHEZZA (NM):323 in 3h.22′ | LIVELLO DI VOLO: 3.300 mt (=10.800 ft) |
METEO LUNGO LA ROTTA: SCT a 3.000 ft, BKN a 4.000 ft con occasionali CB. | |
VENTO IN ROTTA: 120°/10 Kts, poi 200°/25 Kts | |
TEMPERATURA AL DECOLLO/ATTERRAGGIO: 32°/25° C. ROUTING: BRAVO Route (U – Cheung Chau South) – MAGOG – G581 – A470 – WF |
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NOTE:La partenza da Macau, per indicazioni della CAAC (Aviazione Civile Cinese) da effettuarsi non prima delle ore 13.00 locali è slittata di un’altra ora. Questo perché, tale è stato l’interessamento dell’avvicinamento di Hong Kong sulle nostre rotte di uscita, che abbiamo dovuto attendere che finissero una breve riunione all’uopo organizzata, per potere compilare il piano di volo. Alla fine è saltata fuori la soluzione migliore per noi e loro: seguire la rotta “Bravo”, utilizzata dagli elicotteri tra Macau e Hong Kong. E’, in effetti, una parallela E-W dell’asse pista del grosso scalo asiatico, tirata una decina di miglia più a sud. Dopo una ventina di miglia a 500 ft sul mare, tra le suggestive isolette di fronte a Victoria, i controllori ci autorizzano a salire a FL095. Nella salita, foriamo uno strato di cumulaglia e quindi zigzaghiamo tra i soliti CB, che oggi hanno un aspetto più imponente (e minaccioso). Apro una parentesi: per i non addetti ai lavori può essere fastidioso incontrare tutti questi termini e abbreviazioni. Mi impegno, appena posso, a preparare un glossario, non esattamente di divulgazione scientifica, ma che possa contribuire a far luce sulle nozioni base della navigazione aerea. Non appena “passati” al controllo di Guangzhou ricomincia lo switch al sistema metrico: salire fino a FL 3.300 mt (=10.800 ft). Di bello c’è che la meteo progressivamente comincia a migliorare, finchè non rimane altro che qualche CB nell’interno. Inoltre, finalmente, abbiamo del VERO vento in coda. La componente è di circa 20 nodi ed è per noi un vero e proprio godimento leggere sugli strumenti GS dell’ordine dei 125-130. Xiamen ci autorizza ad un ILS 23 “ibrido”, autorizzandoci fino all’outbound dell’NDB (che poi è un largo sottovento) e poi ci chiedono: “vedete la pista?”. Rispondiamo che sì, la vediamo bene, e quello ci autorizza all’ILS. Ma non si chiama “visual” questo? Comunque atterriamo e, al parcheggio, arriva di tutto: security, immigration, curiosi, l’assistente del direttore dell’aeroporto e una delegazione del locale aero club. Ah, è arrivato anche il tipo del carburante, ma – ultimora delle 23.00 – ancora non è dato di sapere se c’è o no. Per dirla alla romana, a me me pare tanto un gioco al rialzo. Ma torniamo alla cronaca di oggi pomeriggio: ancora una volta, tanto per cambiare, in tema di tasse di atterraggio saltano fuori pretese fuori dal mondo (civile). Oltre alle solite, variegate voci di costo, addirittura occorrerebbe pagare 90 dollari a velivolo per la sorveglianza notturna. Piangiamo, strepitiamo, mostriamo le tasche vuote e finalmente, sull’intera somma, viene accordato uno sconto del 50%. E’ sempre tantissimo, ma almeno abbiamo limitato i danni. Ora, al di là degli aspetti economici, c’è un’altra considerazione da fare: dal nostro punto di vista riteniamo che se un Paese vuole fare parte del mondo civile – e in questo senso per la Cina non basterà la sola assegnazione dei Giochi Olimpici del 2008 – deve anche comprendere che esistono altre realtà oltre a quelle schematizzate dai burocrati di stato. Lo testimoniano i nostri due aeroplanetti sul piazzale dell’aeroporto di Xiamen. In nessuna parte del mondo civile è accettabile che tutti gli aerei sotto le 50 tonnellate – i nostri ne pesano 1.3 – paghino le stesse tasse. L’ho ripetuto a tutti i funzionari di aeroporto che ho incontrato e lo metterò per iscritto al nostro ritorno, magari su qualche carta intestata “importante”. Se nel nostro piccolo queste rimostranze “da pulce” potranno contribuire a muovere qualcosa, ne saremo orgogliosi. Dopo che l’immigration trattiene i nostri passaporti per 2 ore, in attesa che noi comunichiamo loro il nostro “numero di volo” (che ovviamente non c’è), finalmente qualche anima pia si convince a renderceli e ci accompagnano all’albergo. Domani, benzina permettendo, dovremmo andare a Shangai.
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