DA: Chiang Mai (VTCC) | A: Hanoi (VVNB) |
DATA PARTENZA:08 agosto | |
ORA PARTENZA : 11:55 (04:55z) | ORA D’ARRIVO :16:30 (09:30z) |
LUNGHEZZA (NM):426 in 4h.35′ | LIVELLO DI VOLO: FL115 iniz., poi FL130 |
METEO LUNGO LA ROTTA:BKN a 2.000 ft, BKN a 5.000 ft con occasionali CB e pioggia. Vento in rotta: 270°/10 Kts | |
TEMPERATURA AL DECOLLO/ATTERRAGGIO: 37°/33° C. ROUTING:R207 – NAN – TOMIP – LPB – B465 – MC |
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NOTE: Per comprendere l’impegno che comporta questa operazione, non è necessario andare in volo. Basta essere all’aeroporto di partenza intorno alle 8 di mattina, ora alla quale di solito ci avviciniamo agli uffici dell’aerostazione, sperando di cavarcela entro i canonici 60 minuti di cui tutti gli appassionati parlano sempre. Non so se c’è un sortilegio sul nostro raid, ma certo è che, negli scali dove la burocrazia non è eccessiva, ci si mettono gli inconvenienti tecnici. E’ il caso di oggi. Mr. Surin, il nostro cordialissimo agente di handling, ha fatto un lavoro egregio per spianarci la strada fino agli aeroplani e, intorno alle 9.00 possiamo chiedere lo start-up, che viene concesso. Pochi istanti e l’Alfa-Bravo segnala un nuovo allagamento di avionica, dopo quello indiano di Nagpur. Evidentemente il nastro ad alta velocità sul montante del parabrezza non è bastato. Frank Pecorari corre in hangar con gli apparati e, nel giro di un’ora, li asciuga con l’aria compressa (ormai facciamo concorrenza ai laboratori avionici). Nuova richiesta di start-up, nuova messa in moto e nuovo guaio sull’Alfa-Bravo: stavolta è il GPS a non funzionare. Spegniamo i motori e “traffichiamo” su quel gioiello che è il Garmin 295, sostituendolo con quello (di back-up) del Sierra-Tango. Che però va reinizializzato e caricato con la rotta. Dopo mezz’ora di sforzi, anche il GPS è pronto. Fuori la temperatura esterna, unita all’elevatissima umidità, rende insopportabile la permanenza nei velivoli. Nuova richiesta di start-up, ma la torre dice che dobbiamo prendere contatto con gli uffici dell’aeroporto. Chiamiamo Mr. Surin, che ci raggiunge dopo qualche minuto. E’ successo che, nel frattempo, il nostro parcheggio su Chiang Mai ha oltrepassato le 24 ore e occorre pagarne un nuovo blocco. E’ Riccardo Romano che si incammina verso l’aerostazione, ricomparendo dopo una buona mezz’ora. Insomma, possiamo andare. Nel frattempo gli inoffensivi cumuletti sui rilievi ad Est sono divenuti giganti e, poco dopo il decollo, occorre subito andare “dentro”. Ancora un’interminabile salita fino a FL115, per tenere sotto la maggior parte delle formazioni nuvolose. Passato il confine del Laos, neanche questo livello basterà e dovremo raggiungere FL130, quasi 4.000 metri. Il panorama sotto ha il solito fascino dell’inesplorato, unito anche ai ricordi della storia recente: non troppo tempo fa, una delle guerre più sanguinose e senza motivi del nostro tempo è stata combattuta là sotto. Il fiume Mekong, dalle tinte rossastre, sembra ancora recare con sé il sangue delle giovani esistenze stroncate, non importa di quale parte. Nel frattempo abbiamo il nostro daffare per svicolare tra i towering cumulus, con i comandi dei nostri SIAI sempre più laschi per effetto della diminuita densità del’aria. Finalmente siamo in Vietnam, che ci accoglie con un cielo quasi sereno, quale non vedevamo dalle prime tappe. Siamo altissimi e chiediamo ripetutamente la discesa, ma il controllore è impegnato a rintuzzare gli attacchi verbali di due comandanti di liners che ha fatto incautamente scendere sotto le minime e che ora deve vettorare su rotte divergenti dall’aeroporto, verso i rilievi che incorniciano la piana di Hanoi. Naturalmente sono i pesci piccoli a rimetterci e veniamo “dimenticati” rispettivamente a 8000 e 9000 piedi, in holding sull’NDB della procedura. Finalmente anche questa situazione si sblocca e scendiamo sulla pista 11. Al parcheggio un nugolo di soldati e l’addetto di ambasciata, dott. Dante Brandi. Imbarchiamo i 300 litri di Avgas, pervenuti da Ho Chi Min City dopo che il Col. Scodellaro aveva scovato il prezioso carburante, la cui procedura di acquisto era stata sapientemente gestita dall’addetto commerciale ad Hanoi, dott. Carlo Batori. Il prezzo di questo rifornimento la dice lunga sulla situazione nella quale versa la distribuzione mondiale di questo carburante: al cambio italiano circa 14.000 lire al litro, che credo costituisca un record mondiale nella specialità!!! Il dott. Brandi ci accompagna in albergo e, poco dopo, lo raggiungiamo per cena in un raffinatissimo ristorante tipico, dove finalmente possiamo stringere la mano a Carlo Batori, nostro gentilissimo ospite. E’ anche presente Nguyen Duc Tam, direttore tecnico e vice-presidentedella Vietnam Airllines. La serata scorre informale e molto piacevole. Anche la cena tipica è eccellente (erano giorni che non capitava), e al cibo vietnamita è concessa una sola licenza, in favore di un certo numero di bottiglie di Pinot grigio. Tra gli argomenti viene fuori che Mr. Tam è un grande appassionato di musica italiana e il suo idolo, oltre a Pavarotti, è un certo Robertino. Pur essendo appassionato di musica anni ’60, confesso la mia ignoranza totale sull’artista, ma mi impegno a cercarne registrazioni una volta tornato in Italia. Intorno alle 10, con le palpebre rese pesanti dalla giornata e dal Pinot, ci salutiamo. Domani, con l’ennesimo aggiornamento dei permessi cinesi in tasca (grazie al dott. Fabrizi e al dott. Taliani della nostra ambasciata di Pechino), dovremmo andare a Macau. |