DA: Hanoi (VVNB) | A: Macau(VMMC) |
DATA PARTENZA:09 agosto | |
ORA PARTENZA : 10:50 (03:50z) | ORA D’ARRIVO :17:37 (09:37z) |
LUNGHEZZA (NM):507 in 5h.47′ | LIVELLO DI VOLO: 1.500 m (=4.920 ft) |
METEO LUNGO LA ROTTA:BKN a 2.000 ft, BKN AC e CU a 4.000 ft con occasionali CB. Vento in rotta: 100°/10 Kts | |
TEMPERATURA AL DECOLLO/ATTERRAGGIO: 35°/28° C. ROUTING: R474 – GYA – POU – R200 – ZUH – MCU |
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NOTE:Brutta sorpresa all’aeroporto di Hanoi: dopo il pagamento delle tasse di parcheggio, decollo e atterraggio per un ammontare di circa 180 dollari a velivolo, veniamo raggiunti agli aerei da due graziose signorine che mostrano delle fatture per 360 dollari. Non era il complessivo dei due pagamenti, ma l’ulteriore importo delle tasse del servizio del traffico aereo, da intendersi una fattura per velivolo. Nella sosta vietnamita se ne sono quindi andati – senza considerare la benzina modello “Brunello di Montalcino” – 540 dollari a mezzo. E meno male che non c’era nessun agente di handling di mezzo. E’ il solito problema dei posti dove non c’è aviazione leggera: nessuno si mette dalla parte degli utenti minori, semplicemente perché non esistono. Comunque, malgrado le dolenti note economiche, la sosta in Vietnam è valsa sicuramente la pena. Decolliamo alla volta della Cina e il nostro pensiero va a tutti quegli avvisi sulle carte di navigazione, del tipo: “se sbagli ti abbattono”. Siamo quindi concentrati più che mai sulla navigazione, quando ci chiedono di scendere a 1.500 metri (i Cinesi hanno un’idiosincrasia per le unità di misura anglosassoni). Rapido calcolo e giù, a 4920 ft, cercando di tenerli con una precisione da autopilota. La situazione delle comunicazioni è comica: si parla con un controllore, che riceve via radio da un altro collega la traduzione di quanto diciamo in inglese e istruzioni sulle risposte da dare. Il tempo non ci consente di dare uno sguardo al panorama: siamo di continuo in & out della cumulaglia BKN a 3.500-4000 ft. Quando siamo fuori, la visibilità è pessima. Inoltre, tanto per cambiare, il vento ci si è messo contro. Dopo circa 5 ore arriviamo a Ghuanzou e la nostra rotta piega verso Sud. Il tempo si schiarisce e si comincia a vedere Macau. Più in là, si scorge Hong Kong, che abbiamo dovuto eliminare dalla pianificazione per richieste marziane sulle tasse, sull’handling e sulle coperture assicurative di bordo. E’ giusto il caso di ringraziare il nostro Console a Hong Kong Davide Giglio, che ha brillantemente proposto l’alternativa Macau, trattando in prima persona con la società di handling locale e con le autorità di questo giovane e attrezzatissimo scalo, realizzato nel 1995. All’arrivo il Console, funzionari dell’aeroporto, giornalisti e i rappresentanti della società di handling Air Luxor, il massimo che si sia mai visto nel settore. Questi signori hanno Customs & Immigration all’interno dei loro splendidi uffici e, indubbiamente, conoscono bene il loro mestiere. Tra l’altro, ci offrono gratuitamente il ricovero dei nostri mezzi, che così, per la prima volta dalla partenza, conoscono il confortante tetto di un hangar. Dopo le rapidissime formalità, si va in albergo. Giusto 15 minuti per una doccia e via al ristorante, dove ci attendono il Console e la sua compagna Antonella, insieme a rappresentanti del “mondo aeronautico” locale. Tra questi il presidente della CAA locale, Rui Balacò e l’amministratore delegato dell’ aeroporto, Joao Manuel de Sousa Moreira (credo si intuisca l’origine portoghese!). Presenti anche il direttore generale dell’Air Luxor, Kenichi Miyagawa e il comandante Peter Chan, che ci ha gentilmente “girato” il suo sconto sui prezzi di acquisto della benzina. La cena, che per il numero e la qualità delle portate è stata meglio definita come “banchetto nuziale”, è scorsa molto gradevole, mentre ogni tanto venivamo immortalati da reporter mandati dai quotidiani locali. Un’altra serata organizzata al meglio dalle nostre rappresentanze diplomatiche. Grazie ancora di tutto, dott. Giglio. Domani ci spostiamo a Xiamen, cominciando a risalire di latitudine. |