DA: Heho (VYHH) | A: Chiang Mai (VTCC) |
DATA PARTENZA:07 agosto | |
ORA PARTENZA : 08:38 (02:08z) | ORA D’ARRIVO :11:05 (03:58z) |
LUNGHEZZA (NM):170 in 1h.50′ | LIVELLO DI VOLO: FL105 |
METEO LUNGO LA ROTTA: SCT a 1.000 ft, BKN a 3.000 ft con occasionali CB e pioggia, BKN a 10.000 ft. | |
TEMPERATURA AL DECOLLO/ATTERRAGGIO: 23°/28° C. ROUTING:SISUK – R207 – DCT |
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NOTE: Una cosa è certa: nessuno di noi è più in età “boy-scout” e gli effetti di una notte passata per terra all’aeroporto di Heho si fanno sentire su ossa e legamenti. Non possiamo non essere mattinieri, così come lo sono i soldati locali, già a fotografarsi vicino ai nostri mezzi. Si va in torre e alla fine, quando quasi 500 dollaroni passano di mano per pagare tasse di atterraggio, ATC, e chissà cos’altro, i tradizionali sorrisi orientali diventano ancora più larghi. Per il felice esito del nostro intermezzo birmano dobbiamo attribuire uno speciale credito al Col. Roberto Scodellaro, nostro addetto militare a Bangkok. Mentre il suddetto si era posizionato a Chiang Mai in nostra attesa, privo – a causa della nostra forzata visita a Heho – di informazioni e contatti certi, continuava la sua abile e paziente opera diplomatica per all’estensione dei permessi di sorvolo su Myanmar, Thailandia e Laos. Una breve salita verso il confine della Thailandia e giù, verso Chiang Mai. Vettorati per ‘ILS 36, “buchiamo” a 1.500 ft e ci presentiamo in atterraggio. Il Col. Scodellaro è lì a piè fermo al nostro parcheggio, ad accoglierci con un largo sorriso. Viva l’Italia, viva l’Aeronautica! Le sue parole di benvenuto sono quelle, senza barriere gerarchiche, che accomunano tutti gli appassionati di volo. Intanto da Roma, con i telefonini che hanno ripreso vita, fioccano come mazzate le telefonate delle consorti. Dal pianto liberatorio, all’ultimatum, all’imposizione del black-out telefonico, in pochi minuti viene rappresentato l’intero spettro delle reazioni femminili. Però… cosa dire? Per spiegare Heho, bisogna esserci stati. A nome di tutti, faccio atto di pubbliche scuse verso quegli angeli – e qui non scherzo – che hanno acconsentito che intraprendessimo questa avventura. Dopo averci scortato attraverso l’immigration, accompagnato ai taxi e fornitoci tutti i riferimenti presenti e futuri, il Col. Scodellaro, in rientro verso la sua sede, si congeda da noi. Dobbiamo anche ringraziare il nostro Ambasciatore a Bangkok Stefano Starace Janfolla e quello a Yangoon Cesare Capitani, cui abbiamo senz’altro dato un po’ di lavoro extra, in un periodo e in due sedi dove difficilmente manca. Grazie di cuore a tutti. Dopo il pasticcio birmano, per evitare ulteriori ritardi sul programma, abbiamo deciso di sacrificare il pianificato riposo di Chiang Mai (visto, Generale Mazza, quanto siamo stoici?). Domani si va a Hanoi, Vietnam. |