SOSTA RIYADH

DA:Riyadh (OERK)	A:Riyadh (OERK)
DATA PARTENZA:27 luglio
ORA PARTENZA: 06:35 (03:25z)	ORA D’ARRIVO :07:30 (04:30z)
LUNGHEZZA (NM):0 Miglia Nautiche in 55′
VENTO IN QUOTA:270°/10 nodi
METEO LUNGO LA ROTTA:Prevalentemente sereno. Vento in quota: 300°/20 nodi.
Temperatura al decollo/atterraggio: 35°/38°
NOTE: Pensava il Gen. Mazza, dopo la levataccia fatta per accompagnarci in aeroporto, di essersi finalmente sbarazzato di questo gruppo di aviatori esuli! Noi, d’altra parte, pensavamo di essere finalmente riusciti a togliere il disturbo. Purtroppo nessuno aveva fatto i conti con la bizzosa pompa (meccanica) della benzina di Sierra-Tango. Non è piacevole, mezz’ora dopo il decollo, vedere la pressione del carburante scendere a precipizio e dovere per questo immediatamente attivare la pompa ausiliare.Richiesta di back-track a Riyadh radar e ritorno al King Khaled Intl., mentre il Gen. Mazza, avvisato da varie direzioni, già aveva fatto il suo turn-around sull’autostrada dell’aeroporto. La prima considerazione che tutti noi abbiamo istintivamente fatto è stata: “Proprio qui!”. Le temperature da pianeta Marte, i costi di handling da Jumbo 747 e la continua sensazione di essere osservati dai nativi in tutto quello che si fa, certo non ci hanno fatto apprezzare la località nella quale è capitato l’imprevisto. Ma evidentemente è vero – come si dice – che quel che avviene conviene. La differenza l’ha fatta ancora una volta il Gen. Mazza e il suo staff iper-efficiente. Ehi, ragazzi, non è vero che nelle ambasciate all’estero e negli uffici degli addetti militari si lavora poco: venite a Riyadh e verificate. Senza questi uomini il problema dei nostri permessi di sorvolo sarebbe stato arduo da affrontare come una scalata dell’Everest in free-climbing. Con una lunga e lucidissima operazione di raccordo con le rappresentanze diplomatiche lungo la rotta, a cura del solito Generale Domenico “Memè” Mazza (spero di non suonare irriverente, ma ormai per noi è a mezza strada tra il papà e l’amico) e i suoi collaboratori, sembra che i vari pezzi si stiano rimettendo insieme. E non finisce alla questione operativa: il Generale, la sua simpatica famiglia e il dott. Saccone dell’Ambasciata, ci hanno offerto la rara opportunità di una visita a piedi nel Sukh, il quartiere delle botteghe: oro, tappeti, narghilè, oggetti in legno e ottone di rara bellezza, anche a prezzi molto interessanti. Peccato, per gli endemici problemi di peso, non poter prendere niente con noi. Beh, anzi no: il negozio di “pashmina” ci ha visto protagonisti e le nostre donne, che per altri versi sono delle sventurate, stavolta possono dormire sonni tranquilli. Nella mattina di oggi, 29 luglio gli eroici Franco Pecorari e Paolo Zecchini, accompagnati dal quel cronometro svizzero che è il M.llo Roberto Turco, sono andati in aeroporto (e intendo sul piazzale, con temperature fino a 56 °C) a rimontare la nuova pompa giunta via UPS in nottata. L’ultimo sprazzo saudita è un gran finale: a cura del brigadiere Carlo Tracci e del fidato Romi, siamo stati accompagnati ad assistere al grandioso spettacolo del tramonto nel deserto, tra sabbie rosse e cammellieri. Prima di chiudere la cronaca di questa sosta, forzata ma gradevolissima, vorremmo esprimere riconoscenza a tutto il personale della rappresentanza diplomatica italiana a Riyadh: del Generale Mazza e i suoi abbiamo già detto (e sicuramente avremo modo di ridire), ma vorremmo salutare anche il Consigliere Cristiano Gallo, l’addetto commerciale dott. Massimiliano Mazzanti (la cena, con piacere, un’altra volta, grazie comunque per l’invito) e la Console Silvia Limoncini. Se tutto va come DEVE andare, domattina prima dell’alba saremo decollati in direzione degli Emirati Arabi, verso Sharja.