Non so se il codice della strada preveda controlli alcolemici anche sui ciclisti, ma a mio avviso sarebbe bene se cio’ avvenisse: in effetti lasciamo il ristorante della citta’ della disfida e transitiamo di fronte alla statua del gigante senza una grande lucidità. Un po’ la stanchezza, un po’ (tanto) il robusto Primitivo di Manduria, per qualche minuto ci sembra di pedalare senza una meta. Fortunatamente il forte vento contrario ci rianima, mettendoci di fronte all’impegno della seconda tratta odierna, che prevede pero’ un breve stop alla cattedrale di Trani, per la timbratura le credenziali del pellegrino e, possibilmente, per ottenere la benedizione dei braccialetti/rosari e dei portachiavi “Tau” donatici da Gino. All’ingresso della citta’ di Trani, dopo avere percorso un lungo viale caratterizzato sui due lati da imprese di lavorazione marmi, raggiungiamo il sagrato della cattedrale, candida e imponente, quasi a sfidare il mare prospiciente. Un volontario della sagrestia ci timbra subito le credenziali, ma il rettore della cattedrale deve ancora arrivare. L’attesa ci da’ l’occasione per scattare qualche foto e visitare il complesso religioso. Dopo qualche minuto giunge il rettore, Don Nicola, giovane e alla mano, e acconsente a benedire gli oggetti della “Wood Art”, guidandoci verso la cripta, dove poi recitera’ una breve preghiera. Mentre ci accompagna all’uscita, aspettandoci un cortese rifiuto, proponiamo al rettore un caffe’ in un vicino bar, ed egli, con la massima semplicita’ e uno straordinario calore umano, accetta. Sul sagrato, mi faccio coraggio e gli propongo un selfie con tutti noi. Un largo sorriso, e sara’ Don Nicola stesso a scattarlo. Ci vorrebbero piu’ preti cosi’.
Caffe’, calorosi saluti e si riparte. Si percorrono le banchine del pittoresco porto di Trani e via, di nuovo sulla provinciale. Una manciata di chilometri, ed eccoci all’hotel. Oggi abbiamo percorso 103 chilometri e la stanchezza e’ pronunciata, ma non certo pari alla soddisfazione. |